moderna, si pensi al fenomeno di Hunger Games di Suzanne Collins, ai thriller di Clive Owen, allo Shining di Stepen King.
Senza dubbio, ciò che tuttavia conosciamo meno è quella parte della letteratura che attinge direttamente alla cultura eterogenea che nasce dalla convivenza di afroamericani, latinoamericani, nativi d’America, europei. La parte più nobile e complessa dei libri, che fa domande, solleva polemiche e indaga nelle crepe delle belle facciate del Midwest, o nello squallore dei quartieri bassi. Libri in cui la finzione serve solo come pretesto per questioni più profonde del pur nobile intrattenimento: Ragazzo Negro, Il colore Viola, On the Road e via discorrendo. Ecco, è questo ciò che rende interessante Les carnets de route de François Busnel (è il titolo originale di America tra le righe): il fatto che il critico francese narri gli Stati uniti attraverso l’aspetto più brillante e profondo della letteratura statunitense.
Il programma è andato in onda su France 5 tra l’ottobre 2011 e maggio 2012, una volta al mese, all’interno della rubrica La Grande Librarie dello stesso Busnel. Si compone di otto film-documentari di circa 60 minuti l’uno, in cui il critico incontra i grandi scrittori contemporanei e li intervista sulla visione che hanno del proprio paese. Si parla di identità, ricordi, convivenza, civiltà, cultura, poesia, diritti civili.
America tra le righe è un ritratto davvero inedito degli Stati Uniti, realizzato con un approccio moderno, tipico dei moderni documentari, ordinato senza essere didascalico, interessante ma non sopra le righe, con un ritmo adeguato. Busnel, attuale direttore del giornale Lire, incontra autori come Paul Auster (di cui vi consigliamo vivamente Mr. Vertigo), Jonathan Franzen, Peter Matthiessen, Joyce Carol Oates, James Ellroy.
Potete vedere gli episodi qui:
Una nota: “Rai5 Letterature”, viene descritta in rete così:
"Dai classici ai contemporanei: reading, monologhi, narrazioni e contaminazioni con musica, documentari e serie legati al tema della letteratura".
Il palinsesto sembra buono, certamente questa iniziativa, mirata a coniugare servizio pubblico e cultura di un certo livello, va incoraggiata e sostenuta.
Jay Perry